Domani è il 25 novembre, data in cui si celebra la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, e da 10 anni il Centro Donna Lunigiana, gestito dalla Società della Salute della Lunigiana, offre un servizio di accoglienza e consulenza alle donne vittime di violenza e non.
Naturalmente, essendo il 2020 caratterizzato dal lockdown a causa dell’emergenza coronavirus, il Centro ha dovuto affrontare nuove tipologie di lavoro, in modo che le donne potessero, comunque, essere raggiunte e aiutate anche non in presenza.
Questo ha significato sperimentare nuovi corridoi di accesso, nuove modalità con l’utilizzo della tecnologie, ma anche un implemento e una diversificazione della professionalità degli operatori e della rete a vario titolo coinvolti.
Questi aspetti sono stati al centro della presentazione del dodicesimo “Rapporto sulla violenza di genere in Toscana”, svoltasi questa mattina in modalità telematica, che ha visto, come ogni anno, il contributo e la presenza degli operatori del Centro Donna Lunigiana.
Il rapporto è visionabile sul sito web della Regione Toscana, come le undici edizioni passate, frutto del lavoro dell’Osservatorio Regionale.
Ma qual è l’utenza del Centro Donna Lunigiana?
Di grande interesse il fatto che, negli ultimi 12 mesi, è cambiata la proporzione fra donne italiane e straniere: infatti, vi è da registrare l’aumento del numero di accessi al Centro da parte delle donne italiane, mentre il numero di straniere rimane pressoché invariato.
Donne straniere
Quasi il 70% ha meno di 40 anni e quasi il 40% sta tra i 30 e i 39 anni; più della metà è sposata.
La situazione socio economica di queste utenti è generalmente molto fragile: solo il 37% di loro è stabilmente occupata .
Il 42,7% delle donne straniere convive e non ha un proprio reddito fisso.
Una situazione di dipendenza economica molto frequente, alla quale si aggiunge un 19,6% di donne straniere senza reddito che non convive col partner.
Donne italiane
Le utenti autoctone si concentrano tra i 30 e i 49 anni e nell’ultimo anno si registra un leggero aumento delle donne più anziane.
Nel 41,8% dei casi sono sposate e quasi la metà di loro ha un’occupazione stabile.
Se analizziamo la situazione familiare e il reddito, vediamo come non ci sia una categoria tipica: il 29,6% convive ed ha un proprio reddito, mentre il 23,3% abita con il partner ma non ha una propria indipendenza economica.
Si tratta di donne con un buon livello di istruzione: un dato che si conferma negli anni e che registra negli ultimi dodici mesi un aumento delle donne con almeno il diploma superiore.
Il tipo di violenza subita
Le analisi condotte in questi anni dimostrano che è difficile separare i vari tipi di violenza di cui le donne dichiarano di essere vittime: la maggior parte di loro, infatti, ha subito più di un tipo di sopruso.
Basti pensare, a tal proposito, che la violenza psicologica e la violenza economica sono forme di sopraffazione che spesso le vittime non riconoscono nell’immediato,ma che sono insite nelle altre forme di violenza.Tra l’altro, domani alle ore 18 il Centro polivalente “Icaro” di Costamala di Licciana Nardi, gestito dalla SdS Lunigiana, in collaborazione con il Comune di Licciana Nardi e il Centro Donna Lunigiana, organizza l’incontro “Segreti pesanti”, che sarà possibile seguire sulla pagina Facebook del Centro polivalente “Icaro”.
L’incontro vuole essere un’occasione di riflessione per accrescere la consapevolezza e la comprensione, da parte degli adolescenti e delle loro famiglie, delle varie forme di violenza e per imparare a riconoscere i luoghi comuni e i pregiudizi di cui la cultura che ci circonda è spesso intrisa.
Parteciperanno Hélène Delpippo (Centro Donna Lunigiana), Valentina Spinatelli (psicologa) e Giovanna Valeri (Comune di Licciana Nardi).
A seguire un contributo video dell’avvocatessa Chiara Guastalli del Centro Donna Lunigiana.
Aulla, 24 novembre 2020
L’ufficio stampa SdS Lunigiana