In occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer, che si celebra ogni anno il 21 settembre, la Società della Salute della Lunigiana interviene per sottolineare che la diffusione del morbo di Alzheimer, purtroppo, è in costante crescita e fornire una panoramica, sia a livello globale che locale, di questa demenza degenerativa invalidante, che compare in età prevalentemente senile, quindi oltre i 65 anni, ed è caratterizzata da prognosi infausta.
Infatti, la malattia (o morbo) di Alzheimer è oggi definita come un "processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale".
Diventando il mondo sempre più vecchio, l'aumento delle demenze e del morbo di Alzheimer è impressionante: un nuovo caso ogni 4 secondi; 7 milioni e 700mila nuovi casi all'anno; 35 milioni di persone con demenza, con costi stimati in 600 miliardi di dollari (dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità).
In Italia ben 780mila famiglie hanno a che fare con questo problema, che diventa sempre più consistente e grave in termini di costi sia economici che assistenziali ed umani.
“Pertanto, i servizi di cura ed assistenza alla persona – commenta il presidente della SdS Lunigiana, Riccardo Varese – non possono non tenere conto di questi dati e devono porsi seriamente il problema di essere vicini ai malati di Alzheimer e di come sostenere nella cura le loro famiglie, che sopportano il peso maggiore di tale patologia.
Ecco perché si celebra la giornata mondiale dell'Alzheimer: per tenere desto il problema”.
Ma qual’é la situazione in Lunigiana?
La tendenza va verso un aumento dei casi, anche perché in Lunigiana si vive di più, quindi cresce il rischio di essere colpiti da questa temibile patologia.
Fortunatamente sul territorio sono attivi tre centri diurni Alzheimer, quelli di Pontremoli, Villafranca e Pognana di Fivizzano, che accolgono 10 ospiti ciascuno per un totale di 30 persone: all’interno di questi centri, nell'anno in corso, sono state ospitate oltre 50 persone che hanno potuto usufruire del servizio di assistenza diurna alla persona per 10 ore giornaliere e per 6 giorni settimanali; tra l'altro, il numero degli ospiti, prevalentemente lunigianesi, che si sono avvicendati è in crescita, a dimostrazione che il morbo si sta diffondendo lentamente ma inesorabilmente.
In queste strutture viene utilizzata la metodologia di derivazione anglosassone denominata “gentle care”, un approccio non solo farmacologico, ma che punta a fare leva sulla memoria delle attività che venivano svolte a casa dai pazienti.
Quindi, si praticano attività manuali, si cucina e tutte le mattine si legge il giornale.
Ma gli ospiti dei tre centri, coordinati dagli operatori, non si sono limitati a questo e hanno fatto di più, a dimostrazione che il desiderio di migliorarsi non conosce età e non c'è malattia che tenga.
Infatti, a Pognana di Fivizzano hanno sperimentato antiche metodologie per fare formaggi; a Pontremoli hanno praticato ginnastica dolce presso la palestra Kinemove Center; a Villafranca si sono dedicati alla realizzazione di borse.
Rimane il fatto che, nonostante l'impegno profuso dalla SdS Lunigiana nei tre centri, l’ampia e crescente diffusione dell’Alzheimer nella popolazione, l'assenza di una valida terapia e gli enormi impatti in termini di risorse necessarie ad affrontarlo, che pesano, soprattutto, sui familiari dei malati, rendono il morbo una delle patologie a più grave ricaduta sociale.
“Ed è proprio per questo, per il suo impatto sociale devastante, che è compito precipuo della SdS – conclude Varese – affrontare il morbo di Alzheimer e supportare le famiglie dei malati, anche perché non esiste ancora un farmaco utile a risolvere il problema”.


Aulla, 20 settembre 2013


                                                                                                     L’ufficio stampa
                                                                                                        SdS Lunigiana