"Vendere fumo e magari gettarne anche un pò negli occhi, sembra essere diventata la specialità della Cisl, la cui reazione ci convince di avere colto il bersaglio".
Il presidente della Società della Salute della Lunigiana, Riccardo Varese, non ci sta e reagisce duramente a quanto affermato dalla Funzione Pubblica della Cisl mercoledì scorso sulla pagina Lunigiana del quotidiano "Il Tirreno".
"Invece di tutelare i lavoratori delle Rsa, sia pubbliche che private, come hanno fatto la SdS e i sindaci, la Cisl – attacca Varese – preferisce ricorrere alle bugie.
Infatti, non si comprende per quale motivo situazioni già discusse sui numerosi tavoli convocati dall'Asl n. 1 di Massa Carrara, vengano distorte sistematicamente.
Dobbiamo pensare male?
Dobbiamo pensare che la Cisl non voglia difendere tutti i lavoratori?
Ci lusinga che il sindacato più politicizzato della zona lasci a noi l'onore e l'onere di tutelare l'occupazione, ma mentre SdS Lunigiana e sindaci si sono preoccupati di continuare a offrire servizi alla cittadinanza, di conseguenza salvando posti di lavoro, alcune forze sindacali si sono divertite a mettere i dipendenti pubblici contro i privati e ora tentano lo stesso gioco, fomentando una guerra inutile e dannosa per gli interessi dei lavoratori.
Al tempo stesso non si comprende che cosa stia chiedendo la Cisl alla SdS Lunigiana, visto che si vanta di avere chiuso un accordo positivo per le Rsa e poi chiede di aprire altri tavoli.
Comunque, è bene precisare che aprire la Rsa a Bagnone è stato soltanto un fatto positivo per il nostro territorio e non ci risulta che la Cisl si sia opposta.
Ci rendiamo, però, conto delle difficoltà di comprendere questo da parte di chi, con il proprio operato nella gestione della vertenza Rsa, ha lasciato in più di una persona il dubbio che l'intento della Cisl fosse quello di svendere le tre Rsa pubbliche, provocando la loro chiusura e creando danni irreparabili alla popolazione lunigianese, sia per l'esigibilità dei servizi che dal punto di vista occupazionale".
Pertanto, secondo Varese, "i sindacalisti locali potrebbero occuparsi maggiormente di diritti di cittadinanza, un pò meno di politica, recuperare se non la dignità, almeno l'autonomia, essere meno telecomandati insomma".
Varese, poi, si rivolge direttamente al segretario provinciale della Cisl/Fp, Enzo Mastorci, ricordandogli di avere fatto "una battaglia per mantenere l’occupazione nelle strutture aziendali e private, ma non da ora, dal 2005.
Nonostante il buco dell’Asl, la gestione responsabile della SdS ha permesso di superare l’anno critico del 2011 e per la SdS è ripartita una fase positiva.
Non si è capito che parte dei servizi della zona Lunigiana sono passati alla SdS, non si è capito che in questo territorio esiste l’integrazione fra il sociale e il sanitario e i cittadini sono diventati protagonisti di un disegno integrato che li vede considerati nella totalità dei bisogni sociali e sanitari.
Inoltre, visto che si fa della demagogia in merito, si sappia che i dirigenti della SdS non prendono un euro in più di tutti i responsabili di zona della Toscana, pur gestendo in più il bilancio sociale e i relativi servizi, che, da altre parti, vengono gestiti direttamente dai Comuni con il costo aggiuntivo di altri dirigenti".
Varese affronta, poi, il tema delle Rsa lunigianesi: "I sindaci, la Asl e il presidente della SdS, con l’apertura della Rsa di Bagnone, hanno permesso che i finanziamenti statali non fossero vanificati e, organizzando moduli sugli stati neurovegetativi, sulla psichiatria e sugli adulti inabili, hanno assicurato i 30 posti letto per non autosufficienti.
Non sono stati nè Varese nè i sindaci lunigianesi a diminuire le ore pro capite dei lavoratori nelle Rsa, ma gli accordi siglati dai sindacati con la cooperativa Aurora Domus, dei quali Mastorci deve assumersi la responsabilità e interrogarsi: con questi accordi i lavoratori sono stati trattati in egual modo?
Inoltre, il 24 febbraio scorso il signor Mastorci ha firmato la lista dei posti da mettere a disposizione degli infermieri usciti dalle Rsa, avallando il passaggio di tre infermieri alla Comunità Tiziano, ed ora richiede un nuovo tavolo di discussione!
Quello che magari non ricorda è che sono stati assunti 12 nuovi infermieri, perciò l’operazione per la Lunigiana è stata positiva.
Il problema è che, molto probabilmente, Mastorci vive in un mondo immaginario, dove i servizi dei Comuni non sono integrati con quelli dell’Asl, ma nel mondo reale il collante è rappresentato dalla SdS Lunigiana, che razionalizza i servizi ai cittadini".
Il presidente della SdS Lunigiana conclude facendo notare che "la Regione Toscana ha deciso di potenziare questo modello, sia che si chiami SdS o zona distretto socio-sanitario integrato".


Aulla, 21 marzo 2014


                                                                                                                     L'ufficio stampa
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