Ci sono coppie che vanno a giocare alle slot coi propri bambini, matrimoni che vanno in pezzi e gesti di autolesionismo.
Il tutto a causa di una passione che può diventare patologica, quella per il gioco lecito.
E' evidente che quelli citati sono i casi più estremi, ma una percentuale che oscilla fra l'1,5% e il 3% di chi trascorre il proprio tempo libero nelle sale slot ricade nella casistica della propensione patologica al gioco lecito.
Ed è per cercare di responsabilizzare gli esercenti del gioco lecito, fornendo loro gli strumenti per arginare questo fenomeno, che, nei giorni scorsi, presso la sala giunta del palazzo comunale di Aulla, ha avuto luogo un corso di formazione a loro dedicato, organizzato dall'Asl Toscana Nord Ovest e dalla Società della Salute della Lunigiana in ossequio alle linee guida tracciate dalla Regione Toscana sulla prevenzione della ludopatia.
Hanno risposto all'appello ben 37 esercenti del gioco lecito in Lunigiana, ai quali hanno portato i loro saluti il sindaco di Aulla, Silvia Magnani, il presidente e il direttore della Società della Salute della Lunigiana, Riccardo Varese e Rosanna Vallelonga, e il prefetto di Massa Carrara, Giovanna Menghini.
I contenuti del corso riguardavano la definizione di gioco d'azzardo, con particolare riferimento a quello patologico; i comportamenti appropriati da adottare da parte dell'esercente di fronte a situazioni di gioco d'azzardo patologico; la condivisione di informazioni sulla rete dei servizi di cura presenti sul territorio; gli aspetti normativi.
Nel ruolo di docenti il dottor Maurizio Varese (direttore del dipartimento della salute mentale e delle dipendenze dell'Asl Toscana Nord Ovest), la dottoressa Francesca Balestracci (psicologa e psicoterapeuta dell'Asl Toscana Nord Ovest), il maggiore Alessandro Carrozzo (comandante della Guardia di Finanza di Marina di Massa) e Antonio Dulvi Corcione (vice questore aggiunto), che hanno sottolineato che il corso di formazione è soltanto un primo momento di confronto con gli esercenti, ai quali sono state consegnate 5 domande da elaborare affinché possano aiutare le istituzioni coinvolte ad arginare il fenomeno della propensione patologica al gioco lecito.
E se per quanto concerne le dipendenze da sostanze stupefacenti, queste coinvolgono l'85% di uomini e soltanto il 15% di donne, il discorso cambia e non poco se si parla della dipendenza dal gioco d'azzardo: infatti, la percentuale delle donne che ne sono vittima sale fino quasi al 40%; inoltre, a rivolgersi al gioco d'azzardo sono persone con un grado di istruzione inferiore alla media.
Passando, invece, alle scommesse sportive, è emerso chiaramente che sono i più giovani i principali fruitori, mentre gli anziani, oltre a rivolgersi di più alle sale slot, giocano, soprattutto, per stare in compagnia.
Ma la preoccupazione maggiore dei docenti è stata rivolta ai minori e alla necessità che questi vengano tenuti il più lontano possibile dal gioco d'azzardo, un auspicio che si scontra con la dura realtà di alcuni genitori irresponsabili che portano i figli con loro nelle sale slot.
Perchè se il gioco lecito non è un problema, però occorre evitare che possa diventarlo.
Un concetto che è stato espresso anche dagli esercenti, i quali, fortunatamente, preferiscono una propensione sana e consapevole al gioco d'azzardo.
Al termine del corso, tra l'altro, è stato rilasciato loro un certificato di frequenza al corso da parte dell'Asl Toscana Nord Ovest.
Aulla, 12 maggio 2016
L’ufficio stampa
SdS Lunigiana