<A leggere certi interventi si comprende molto bene perché certi politici rimarranno per sempre all’opposizione>.
Intinge la penna nel vetriolo il Presidente della Società della Salute della Lunigiana, Riccardo Varese, nel replicare agli attacchi sulla stampa dei consiglieri regionali del Popolo della Libertà, Jacopo Ferri e Stefano Mugnai, e della Lega Nord, Gian Luca Lazzeri.
Infatti, secondo Varese, costoro non hanno ben compreso che <la gente è stanca di ascoltare la solita litania sulla chiusura delle Società della Salute.
Si tranquillizzino: quello della chiusura è un tema che non si pone, anche perché è la gente che ci dà la forza per andare avanti, è la gente ad avere ormai compreso il nostro ruolo socio – assistenziale sul territorio .
Lo vadano a dire alle famiglie che hanno un anziano non autosufficiente o un disabile in casa che bisogna chiudere la SdS Lunigiana!
Tra l’altro, l’eventuale chiusura della SdS Lunigiana ci imporrebbe di studiare una struttura istituzionale e organizzativa per mantenere un’assistenza unificata, che è presente da tempo in Lunigiana.
Quindi, si tratta veramente di accuse deleterie, perché non è auspicabile tornare agli anni ’80 e alla assurda separazione fra settore sociale e sanitario.
E poi anche il termine “carrozzone” è ormai un’arma spuntata, ma lo usino pure, anche perché sono ben contento – aggiunge Varese – di guidare un carrozzone che funziona come la SdS Lunigiana>.
A questo punto il Presidente della SdS Lunigiana si affida ad alcune cifre, non negando il buco di 311mila euro, ma facendo notare che <sono tante le cose che i lungimiranti consiglieri regionali che ci accusano non dicono, a partire dai tagli che abbiamo subito dallo Stato centrale e a causa del buco dell’Asl n° 1 di Massa Carrara: 660mila euro in meno dal fondo sulla montanità e totale azzeramento del fondo sanitario nazionale, che ci garantiva ben 800mila euro; a queste cifre vanno poi aggiunti un milione e 700mila euro già accantonati e cancellati in conseguenza del buco milionario dell’Asl.
Nonostante questi tagli e il fatto che paghiamo per colpe di altri, dati di fatto che sembrano non interessare ai tre novelli paladini del rigore, abbiamo attivato nuovi servizi per un totale di un milione e 308mila euro: centro sociale di Pognana di Fivizzano; apertura Rsa e casa famiglia di Bagnone; cure intermedie; modulo comi.
Pertanto, è del tutto evidente che chi vuole rompere questo modello si assume una grossa responsabilità, quella di non affrontare più le fragilità che attanagliano la Lunigiana in misura sempre maggiore>.
E visto che gli interventi sulla stampa chiamavano direttamente in causa i compensi del Direttore della SdS Lunigiana, Mario Guastalli, è quest’ultimo a ricordare che i compensi in questione <sono in linea con i dettami legislativi, per la precisione sono regolamentati dagli articoli 64 (comma 9) e 64bis (comma 3) della legge n° 40/2005 della Regione Toscana, dai quali si evince, tra l’altro, che il Direttore di una SdS non percepisce alcun compenso aggiuntivo>.
In conclusione, è Varese ad affrontare la questione dell’iscrizione della SdS Lunigiana al registro delle imprese, in base alle considerazioni del collegio sindacale e tenuto conto delle non ben definite indicazioni normative in merito: <Stiamo verificando la reale necessità di un tale passo, che non comporterebbe comunque alcun significativo cambiamento in termini operativi>.
Aulla, 20 luglio 2012
L’ufficio stampa
SdS Lunigiana