Avevo annunciato che, come sindaci, avremo sondato ogni possibilità per scongiurare, nel pieno rispetto della legalità, la riorganizzazione del Pet di Aulla.
Infatti, stiamo valutando di fare una diffida ad hoc nei confronti dell'Asl n. 1 di Massa Carrara, una diffida che abbia come perno i rischi connessi alla pubblica incolumità che deriverebbero dall'eliminazione dell'infermiere a bordo dell'ambulanza nelle ore notturne, che dovrebbe scattare il 1° gennaio 2014.
Avevamo anche pensato di pagare il servizio infermieristico notturno impiegando le risorse dell'Unione di Comuni montana della Lunigiana e della Società della Salute della Lunigiana, ma ci è stato detto che non è legalmente possibile.
Quindi, entro il 31 dicembre ci incontreremo con il segretario del Comune di Aulla e stabiliremo se è fattibile o meno lo strumento della diffida, che sarà utilizzata, nel caso in cui questa strada sia percorribile, dai Comuni di Aulla, Comano, Licciana Nardi, Podenzana e Tresana, un bacino di circa 25mila persone che sarebbero direttamente interessate, secondo noi in negativo, dalla riorganizzazione del 118 aullese.
In questa vicenda quello che è mancato è il buon senso ed è proprio il buon senso che, invece, occorre.
Pertanto, la politica faccia un passo indietro e si guardi soltanto agli interessi dei cittadini, senza inutili e offensive strumentalizzazioni.
Infatti, qualche giovane buontempone italiota, forse telecomandato, ha affermato che i sindaci della Lunigiana sono affetti da bipolarismo nella vertenza 118.
Quello che sfugge ad alcuni è che non è con il linguaggio colorito che si affrontano e risolvono i problemi, ma con le azioni concrete, con il senso di responsabilità e, soprattutto, con il rispetto della legalità.
Vi è da puntualizzare che la riorganizzazione del Pet di Aulla doveva già essere operativa da tempo, ma il Comune di Aulla emise una ordinanza, la n. 115 del 17 dicembre 2012, con la quale era stato ordinato all’Asl n. 1 di Massa Carrara di «non sovvertire l'originario assetto del Pet (Punto Emergenza Territoriale di Aulla) in quanto diverse modalità organizzative possono seriamente mettere a repentaglio l'incolumità dei cittadini».
L'Asl presentò ricorso al Tar della Toscana per ottenere l'annullamento dell'ordinanza e i giudici, nel dare ragione all'Asl, sancirono che Il Comune di Aulla non poteva intervenire sull’organizzazione del servizio di emergenza urgenza, poiché «non sta al sindaco valutare se la sostituzione degli infermieri con i volontari avrebbe determinato un peggioramento del servizio tale da imporre un provvedimento che vorrebbe congelare la situazione precedente».
A questo punto i sindaci di Aulla, Comano, Licciana Nardi, Podenzana e Tresana unirono le forze ed emisero, nell'estate scorsa, una nuova ordinanza che bloccava la riorganizzazione del servizio del 118 aullese, ma, anche in questo caso, il Tar ha accolto il nuovo ricorso dell'Asl circa un mese fa, bocciando l'ordinanza dei cinque sindaci.


Aulla, 23 dicembre 2013


                                                                                         Il Presidente della SdS Lunigiana
                                                                                                      Riccardo Varese