Sono i cosiddetti "giorni della merla", secondo la tradizione i più freddi dell'anno, e a metà febbraio è previsto il picco dell'influenza stagionale.
Pertanto, la Società della Salute della Lunigiana invita gli ultra65enni, i cosiddetti anziani, e chi soffre di patologie croniche a vaccinarsi contro l’influenza stagionale, perché se è vero che la maggior parte delle persone che contrae l'influenza recupera in una o due settimane, è altrettanto
vero che gli individui più fragili possono sviluppare complicazioni pericolose come la polmonite.
La vaccinazione antinfluenzale può essere effettuata nei presidi distrettuali della SdS Lunigiana e presso gli ambulatori dei pediatri di famiglia e dei medici di famiglia facenti parte delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (Aft), i cui coordinatori sono il dottor Paolo Arrighi per l'alta Lunigiana e il dottor Sandro Caponi per la bassa Lunigiana.
"Vaccinarsi salva e allunga la vita" commenta il dottor Amedeo Baldi, coordinatore sanitario della SdS Lunigiana, il quale aggiunge che "è necessario che la gente riacquisti fiducia nelle vaccinazioni, perchè si tratta di una buona abitudine, importante per migliorare la salute della popolazione, alla quale offriamo anche i benefici tecnologici più recenti in questo campo, a partire dalle siringhe che utilizziamo per le vaccinazioni, dotate di un ago di pochissimi millimetri in modo da ridurre al minimo il fastidio dell'iniezione".
Infatti, i dati parlano chiaro e il più scioccante si evince dal recente rapporto Istat sulle principali cause di morte in Italia, che evidenzia come l’influenza e la polmonite, due patologie prevenibili con la vaccinazione, siano responsabili di circa 10mila decessi all’anno.
In questo caso, la vaccinazione è lo strumento di prevenzione più efficace ed è offerta gratuitamente alle seguenti categorie di persone: anziani ultra65enni; bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza; familiari e contatti di soggetti ad alto rischio; individui ricoverati presso strutture per lungodegenti; donne che, all’inizio della stagione epidemica, si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza; addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo; medici e personale sanitario di assistenza; personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (addetti all’attività di allevamento, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori e vaccinatori, veterinari pubblici e libero professionisti).
Aulla, 28 gennaio 2015
L’ufficio stampa
SdS Lunigiana