In occasione della “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”, la Società della Salute della Lunigiana stila un bilancio del percorso delle attività del Centro Donna Lunigiana, che ha visto un aumento complessivo del 41,8% degli accessi nel 2013.
Un aumento che va di pari passo con la crescita della violenza fisica sulle donne.
Inoltre, di grande interesse è il fatto che le donne vittime di violenza fisica che si rivolgono al Centro Donna Lunigiana non si sono recate tutte al pronto soccorso per essere medicate, vuoi perchè le lesioni non sono state giudicate gravi, vuoi per il senso di vergogna che l'avere subito violenza induce a provare.
E' per questo che ascoltare è il primo passaggio ed è essenziale, ascoltare per conoscere, per capire e, soprattutto, per avviare una relazione di fiducia.
Accogliere per ascoltare, accogliere per farsi contenitore di sofferenza, perché quando una donna arriva al Centro, accade una cosa importantissima: la donna ha scelto, ha scelto di fare qualcosa per sé o per chi le è vicina.
Scendendo nei dettagli che i dati evidenziano, fino al 2012 la percentuale di donne per cittadinanza (italiana o straniera) non aveva subito scostamenti significativi nel corso degli anni.
Nel 2013, invece, questa proporzione cambia: l’aumento del numero di accessi ai centri è, infatti, frutto di un maggior numero di donne italiane che vi si sono rivolte, mentre il numero di non autoctone rimane pressoché invariato.
Per quanto concerne le donne straniere, quasi il 70% ha meno di 40 anni e quasi il 40% sta tra i 30 e i 39 anni; più della metà è sposata.
La situazione socio-economica di queste utenti è generalmente molto fragile: solo il 37% di loro è stabilmente occupata.
Il 42,7% delle donne straniere convive e non ha un proprio reddito fisso: una situazione di dipendenza economica molto frequente, a cui si aggiunge un 19,6% di donne straniere senza reddito che non convive col partner.
Le donne italiane, invece, si concentrano tra i 30 e i 49 anni, ma si registra un leggero aumento delle donne più anziane.
Nel 41,8% dei casi sono sposate e quasi la metà di loro ha un’occupazione stabile.
Se analizziamo la situazione familiare e il reddito, vediamo come non ci sia una categoria tipica: il 29,6% convive ed ha un proprio reddito, mentre il 23,3% abita con il partner ma non ha una propria indipendenza economica.
Si tratta di donne con un buon livello di istruzione: un dato che si conferma negli anni e che vede, nel 2013, un aumento delle donne con almeno il diploma superiore; al tempo stesso, aumentano anche le libere professioniste.
Nell’ultimo periodo si registra anche una significativa crescita delle donne con un’istruzione media o elevata, che arrivano a rappresentare il 61,1% del totale: le laureate, infatti, raggiungono quota 15,5% e le donne con un diploma superiore si attestano al 45,6%; tra le donne italiane quelle con almeno il diploma sono il 48,3%, mentre nel 2012 erano il 42,6%.
Ma qual'è il tipo di violenza subita?
Detto della crescita della violenza fisica, le analisi condotte in questi anni dimostrano che è difficile separare i vari tipi di violenza di cui le donne dichiarano di essere vittime: la maggior parte di loro, infatti, ha subito più di un tipo di sopruso.
Basti pensare, a tal proposito, che la violenza psicologica e la violenza economica sono forme di sopraffazione che spesso le vittime non riconoscono nell’immediato, ma che sono insite nelle altre forme di violenza.
Da sottolineare che il Centro Donna Lunigiana offre un servizio di accoglienza e ascolto telefonico per le persone che richiedono consulenza e informazioni in risposta a stati di disagio o difficoltà di vario genere (personali, familiari, relative ad abusi, maltrattamenti e violenza fisica o psicologica).
Le operatrici del Centro Donna Lunigiana e il gruppo di consulenza ricevono su appuntamento contattando il seguente numero telefonico: 0187460683.
Ricordiamo che il Centro Donna Lunigiana nasce da un progetto pilota attuato sul territorio di Pontremoli a partire dal settembre 2008.
Grazie al successo ottenuto iniziava un percorso, guidato dalla Società della Salute della Lunigiana, che spingeva le istituzioni ad allargare il progetto sul territorio, attivando sportelli nei Comuni di Bagnone, Fivizzano, Licciana Nardi e Villafranca.
La rete degli sportelli, quindi, si arricchiva ulteriormente nel giugno 2010, con l’adesione del Comune di Tresana, mentre nel febbraio 2011 si aggiungeva anche il Comune di Aulla e dallo scorso ottobre il Comune di Filattiera.
Aulla, 24 novembre 2014
L'ufficio stampa
SdS Lunigiana