In occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer, la Società della Salute della Lunigiana ha convocato per stamani (martedì 21 settembre 2010), alle ore 10, una conferenza stampa – manifestazione presso il poliambulatorio di piazza della Vittoria ad Aulla, a cui ha portato il proprio saluto il direttore generale dell’Asl n. 1 di Massa Carrara, Antonio Delvino, bloccato da un impegno a Pisa, e a cui hanno partecipato il presidente Riccardo Varese, il direttore Mario Guastalli e il responsabile Ufasc, dottor Amedeo Baldi: erano presenti anche sindacati e associazioni di volontariato, con Renzo Piastri e Francesco Fabilloni (Spi/Cgil), Giancarlo Linari (Fpi/Cisl) e Ilio Bongi (Anteas).
Come noto, il morbo di Alzheimer è una demenza degenerativa invalidante che compare in età prevalentemente senile, quindi oltre i 65 anni, ed è caratterizzata da prognosi infausta.
Infatti, la malattia (o morbo) di Alzheimer è oggi definita come un "processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale".
Secondo uno studio statunitense nel mondo ne soffrono 26,6 milioni di persone, mentre in Italia circa 800mila, con una netta prevalenza di donne a causa della vita media più lunga di queste rispetto agli uomini.
Ma qual’è la situazione in Lunigiana?
In base ai dati forniti dall’Unità Valutativa Alzheimer (Uva) della Società della Salute della Lunigiana, nei primi otto mesi di quest’anno sono stati 120 i nuovi pazienti ai quali è stata richiesta certificazione medico – legale e a 35 di questi è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer: erano 55 nel 2007, 45 nel 2008 e 55 nel 2009.
La tendenza va verso un aumento dei casi, anche perché in Lunigiana si vive di più, quindi cresce il rischio di essere colpiti da questa temibile patologia.
<Occorre dare respiro alle famiglie costrette alla convivenza forzata con l’Alzheimer – ha sottolineato Varese – e non è tollerabile, di conseguenza, che si tagli sulla sanità.
Fortunatamente, grazie anche allo staff della SdS e alle associazioni di volontariato, abbiamo potuto umanizzare il rapporto con i cittadini ed essere vicini agli anziani colpiti dal morbo>.
Non a caso, a livello epidemiologico, il fattore maggiormente correlato all’incidenza del morbo è l'età: molto raro sotto i 65 anni, a partire da questa età la sua incidenza aumenta progressivamente per raggiungere una diffusione significativa nella popolazione ultraottantacinquenne.
Da rilevazioni europee, nella popolazione generale l'incidenza (cioè il numero di nuovi casi all'anno) è di 2,5 casi ogni mille persone per la fascia di età tra i 65 ed i 69 anni; sale a 9 casi su mille persone tra i 75 ed i 79 anni ed a 40,2 casi su mille persone tra gli 85 e gli 89 anni.
Pertanto, la sua ampia e crescente diffusione nella popolazione, l'assenza di una valida terapia e gli enormi impatti in termini di risorse necessarie ad affrontarlo, che pesano, soprattutto, sui familiari dei malati, rendono il morbo una delle patologie a più grave ricaduta sociale del mondo.
<Ed è proprio per questo, per il suo impatto sociale devastante, che è compito precipuo della SdS – ha aggiunto Guastalli – affrontare il morbo di Alzheimer e supportare le famiglie dei malati, anche perché non esiste ancora un farmaco utile a risolvere il problema.
Infatti, soltanto l’assistenza svolge una funzione di rilievo per alleviare il peso che grava sulle famiglie ed a soddisfare questa esigenza sono attivi in Lunigiana i centri Alzheimer di Fivizzano, Pontremoli e Villafranca, aperti dalle ore 9 alle ore 18 e ciascuno in grado di ospitare dieci pazienti, e sono stati creati percorsi assistenziali ad hoc, in modo da fornire un sostegno concreto agli sfortunati familiari di persone ancora più sfortunate.
Perciò, devo ringraziare la nostra equipe, che ci consente di dare risposte soddisfacenti ai cittadini, senza contare poi che qui la politica istituzionale ci ha sempre sostenuti>.
A fornire ancora qualche cifra è stato il dottor Baldi: <In Lunigiana l’allungamento della vita media è un dato di fatto che si riflette nella presenza di ben il 30% di persone ultrasessantacinquenni, le quali spesso sono gravate da due, se non tre patologie croniche.
In questo contesto l’80% delle demenze è costituito dal morbo di Alzheimer: infatti, nel 2009 sono state 55 le persone a cui è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer su un totale di 15mila e 500 anziani lunigianesi.
La SdS, però, sta fornendo la risposta più adeguata, visto che la prevenzione non è fattibile, cercando di tenere costantemente “allenate” le capacità cognitive della popolazione colpita dal morbo>.
Da sindacati e Anteas è giunto un plauso unanime all’operato della SdS, sottolineato dall’apprezzamento di Varese e Guastalli per l’ottimo esito dell’incontro.
Fabilloni ha posto l’accento <sulla perdita della speranza e sulla devastazione che il morbo porta nelle famiglie>, mentre Linari ha voluto precisare che <quello che fa la SdS, che funziona bene in Lunigiana, con i centri e con l’assistenza fornisce sicuramente sollievo alle famiglie>: d’accordo con Fabilloni e Linari si sono, quindi, detti Piastri e Bongi.
In conclusione, occorre sottolineare che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha istituito la giornata mondiale dell’Alzheimer, con data il 21 di ogni settembre, nel 1994.
Da allora si è sviluppato un movimento internazionale volto a utilizzare questa giornata per creare una coscienza pubblica sui problemi causati dalla malattia di Alzheimer e portare aiuto e speranza alle famiglie dei malati.
Un lavoro portato avanti con il massimo impegno dalla SdS Lunigiana e a cui guardano con soddisfazione il presidente Riccardo Varese, il direttore Mario Guastalli, la coordinatrice del servizio sociale, Rosanna Vallelonga, la responsabile dei centri Alzheimer, Cristina Magnavacca, il responsabile Ufasc, Amedeo Baldi, e i geriatri Carolina Mobilia ed Ennio Mencarini.